LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO by ORIANA FALLACI

LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO by ORIANA FALLACI

Author:ORIANA FALLACI [FALLACI, ORIANA]
Format: epub
Tags: Novels
Publisher: 1975
Published: 1975-03-31T22:00:00+00:00


* * *

Camminare per strada dopo tanti giorni in un letto! Sentire il vento sul viso, il sole sugli occhi, vedere altra gente che va, assistere alla vita! Se lo studio del medico non fosse stato lontano, ci sarei andata a piedi: cantando. Ho fermato quel taxi a malincuore. L'autista era un bruto. Fumava un sigaro grasso che mi nauseava, guidava bombardandomi di frenate brusche ed inutili. Dopo pochi metri ho sentito uno spasmo e l'allegria è annegata nel solito nervosismo. Nello studio del medico c'era una fila di donne con la pancia gonfia. Quando la segretaria mi ha pregato di attendere, mi sono irritata. Non mi piaceva allinearmi con le donne dalla pancia gonfia: non avevo nulla in comune con loro. Nemmeno la pancia. La mia è scarsa, si vede e no. Finalmente sono entrata, mi sono spogliata, mi sono distesa sul lettuccio. Il medico ti ha tormentato col dito, pigiando, frugando, poi si è tolto il guanto di gomma e con voce di gelo mi ha chiesto: «Ma lei vuole davvero questo figlio?». Non credevo ai miei orecchi. «Naturalmente. Perché?» gli ho risposto. «Perché molte dicono di volerlo e poi, nel subcosciente, non lo vogliono affatto. Senza realizzarlo magari, fanno di tutto perché non nasca.» Mi sono indignata. Non ero lì per subire processi alla mia buonafede e nemmeno per discutere di psicanalisi, ho detto, ero lì per sapere come stavi tu. Ha cambiato tono, si è spiegato con garbo. V'erano cose che non capiva in questa gravidanza. Riteneva che l'uovo fosse inserito bene, in sede normale. Riteneva che la crescita del feto avvenisse bene, in modo regolare. E tuttavia qualcosa non funzionava. Ad esempio l'utero era troppo sensibile, si contraeva con eccessiva facilità: ciò alimentava il sospetto che il sangue non affluisse perfettamente alla placenta. Ero stata immobile come mi aveva ordinato? Ho risposto sì. Avevo evitato di bere alcool, avevo fumato meno come s'era raccomandato? Ho risposto sì. Non avevo mai compiuto sforzi, strapazzi? Ho risposto no. Avevo avuto rapporti sessuali? Di nuovo ho risposto no ed era vero, lo sai: non gli ho permesso di avvicinarsi, l'altra notte, sebbene lui ripetesse che era una crudeltà. Allora il medico è apparso perplesso: «Ha preoccupazioni?». Gli ho risposto sì. «Ha avuto qualche trauma psicologico, che so, un dispiacere?» Gli ho risposto sì. Mi ha fissato senza chiedere che specie di trauma, che specie di dispiacere, poi mi ha esposto la sua tesi. A volte le preoccupazioni, le ansie, gli shock sono più pericolosi delle fatiche fisiche perché causano spasmi, contrazioni uterine, e minacciano seriamente la vita dell'embrione o del feto. Non dimenticassi che l'utero è in relazione con l'ipofisi, che ogni stimolo si trasmette subito agli organi genitali. Una sorpresa violenta, un dolore, una collera, possono provocare il distacco parziale dell'uovo. Lo può addirittura un nervosismo costante, un perpetuo stato d'angoscia. Al limite, e lungi da lui l'intenzione di sconfinare nella fantascienza o nella fantapsicologia, si poteva parlare di un pensiero che uccide. Al livello inconscio, s'intende, e per questo dovevo assolutamente impormi d'esser tranquilla.



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